mercoledì 7 maggio 2008

I membri della Band: ROGER WATERS.



Parlare di Roger Waters e della sua vita significa inevitabilmente seguire, come in filigrana, anche il glorioso percorso dei Pink Floyd, complesso rock dalla forte inventiva e dai connotati psichedelici. Tutto iniziò nel 1965 quando Syd Barrett, Bob Close, Rick Wright, Nick Mason e appunto Roger Waters si unirono in un gruppo chiamato Sigma 6. Waters, nato nel 1945, aveva da tempo preso lezioni di basso e di armonia da un insegnante del suo paese natale, dimostrando subito una notevole creatività ed una curiosità insaziabile nei confronti della musica leggera che circolava al tempo.

Nei primi anni '60 partecipò alla Campagna per il Disarmo Nucleare, di fatto la sua prima apparizione pubblica.
In una nota biografica, cosi descrive i suoi primi passi come musicista: "Studiavo architettura al Regent Street Polytechnic, dove formammo diversi gruppi. Non era una cosa seria, non si suonava per un pubblico. Avevamo molti nomi, uno stupendo era i Meggadeaths. Passavamo il tempo pensando a come spendere i soldi che avremmo fatto". Investii una parte dei sussidi in una chitarra spagnola e presi due lezioni allo Spanish Guitar Centre, ma non ce la facevo con tutti quegli esercizi. Nei college c'è sempre una stanza dove la gente gravità con i propri strumenti o altre cose. Ripensandoci bene, devo sicuramente aver avuto una chitarra ancora prima di allora, perchè ricordo di aver imparato a suonare "Shanty Town". Ero del tutto disinteressato a ciò che stavo facendo al college. In questo Paese l'architettura è un tale compromesso con il fattore economico, che mi ero proprio rotto le scatole. A quel punto incominciai come gli altri a spendere tutti i sussidi per gli strumenti musicali. Mi ricordo di aver urlato contro il direttore di una banca dicendogli che sarei diventato ricchissimo un giorno, mentre chiedevo un prestito di 10 sterline". Imparammo un'ottantina di canzoni, tutte degli Stones".

Dopo un breve periodo comunque il gruppo si sciolse e, tutti i membri fondatori continuarono la loro attività musicale proseguendo per strade diverse. In seguito, si formò un nuovo gruppo composto da un chitarrista (Syd Barrett), un bassista (Roger Waters), un tastierista (Rick Wright), e un batterista (Nick Mason). Il gruppo cambiò più volte nome divenendo di volta in volta "The Screaming Abdabs", "T-Set", "The Architectural Abdabs", "The Pink Floyd Sound".

Alla lunga, a tutto il gruppo questo sembrò il nome più "nobile" e significativo. Molto si è discusso ed elucubrato sull'origine di questo strano nome, ma è ormai assodato che esso è il prodotto dell'unione dei nomi del jazzista Pink Anderson e del bluesman Floyd Council. Le prime apparizioni del gruppo avvennero al "Marquee" di Londra, locale divenuto portabandiera della cultura underground londinese. I Pink Floyd nel corso delle loro esibizioni nel locale, si dilungavano in interminabili "suite" che mandavano in visibilio i giovani frequentatori. Erano gli albori dell'era "psichedelica" che, una volta giunta a maturazione, videro i Pink Floyd fra i suoi più idiomatici e geniali cantori.

E' proprio al "Marquee" che i Pink Floyd incontrarono il loro primo manager, Peter Jenner, il "demiurgo" che riuscì a procurar loro un contratto settimanale con la London Free School. Durante uno di questi appuntamenti i Floyd usarono un proiettore per diapositive, puntato direttamente sui di loro e sincronizzato con la musica, dando vita al "Light Show" che diventerà una caratteristica peculiare del gruppo.

Successivamente i Floyd fecero molte apparizioni in un altro locale di nuova apertura, l'"UFO", diventato ben presto uno dei ritrovi preferiti del movimento underground inglese.
In seguito a questa classica gavetta, finalmente i Floyd arrivano ad incidere il loro primo "45" giri, datato 11 marzo 1967. Fortunatamente il successo fu quasi immediato, proiettando il pezzo inciso nella top 20 Inglese, anche se emersero alcuni problemi di censura, dovuti al titolo originale del brano: "Let's roll another one", che testualmente significa "Rolliamone un altro", con esplicito riferimento allo spinello.

Successivamente, il 12 maggio, i Floyd suonarono alla "Queen Elizabeth Hall" in un concerto denominato "Games for May" elaborando un sistema stereofonico innovativo grazie al quale il suono si diffonde intorno alla sala in una sorta di circolarità dando al pubblico la senzazione di essere in mezzo alla musica. In seguito presentarono in anteprima il singolo "Games for May" che venne pubblicato con il nuovo titolo "See Emily Play".

Per il primo album, "Piper At The Gates of Dawn" venne usato il nome "The Pink Floyd" ed in seguito, eliminando l'articolo "The" venne pubblicato il secondo album "A Saucerful Of Secret" utilizzando il definitivo e ormai "perfezionato" nome del gruppo. In quel periodo sorsero però i problemi con Syd Barrett, incapace di gestire emotivamente la popolarità ottenuta con "Piper At The Gates of Dawn". Il chitarrista cominciò infatti a fare un uso massiccio e continuato dell' LSD (a quel tempo ancora legale), e, non riuscendo più a proseguire nel proprio lavoro, chiamò nel gruppo il suo vecchio amico e chitarrista ritmico David Gilmour. Il continuo peggioramento della condizione di Syd, costrinse la band a non farlo partecipare ad alcuni concerti. Questo segnò la definitiva uscita di Barrett dai Pink Floyd e l'inizio di un periodo di crisi per il gruppo che venne abbandonato anche da Peter Jenner, intenzionato a seguire Syd Barrett nella sua carriera da solista.

Ricorderà in seguito Mason: "Eravamo sul punto di scioglierci; ci sembrava impossibile trovare un sostituto di Syd....". Il nuovo quartetto, invece, trovò miracolosamente una nuova carica e una potente capacità inventiva, tale da riuscire a sfornare una serie di capolavori che vanno da "More", ad "Ummagumma", da "Atom Heart Mother", ad "Obscured By Clouds". I Floyd, a quel tempo, si impegnarono nel trovare un nuovo stile cercando di rimanere il più possibile vicini al sound creato da Syd Barrett, ossia un impasto psichedelico e visionario che mantenesse però un profilo melodico di grande impatto.

Dopo questi album, alcuni dei quali indubbiamente fortemente sperimentali (basti pensare ad "Ummagumma", un doppio Lp in cui ogni componente della band aveva a disposizione una facciata del disco), era in arrivo una svolta stilistica di grande portata. Un'elaborazione che sfociò nel leggendario "The Dark Side of the Moon". Si tratta di un disco che ha collezionato record di ogni tipo (a dispetto della musica "difficile" che contiene): non solo ha venduto più di 25 milioni di copie (cifra per l'epoca enorme), ma è rimasto nelle classifiche di vendita degli album per un tempo infinito: qualcosa come 14 anni filati. Inoltre, è tutt'ora vendutissimo.

Logico dunque che, dopo questa ubriacatura, il gruppo cercasse in tutti i modi di mantenere il livello raggiunto con quell'album. Cosa assai, difficile, se non impossibile. Ma i Pink Floyd avevano ancora molte frecce al loro arco e la vena inventiva era ancora ben lungi dall'essersi esaurita. Ecco allora comparire nei negozi, nel 1975, "Wish You Were Here", un disco strano e complesso che consacrò i Pink Floyd come uno dei più grandi gruppi musicali di tutti i tempi. Anche in questo caso, il successo commerciale non tardò ad arrivare.

Per completare la "trilogia" sull'alienazione umana che si andava profilando con questi due dischi, in seguito il gruppo pubblicò "Animals", il più dimenticato e il meno conosciuto dei tre (forse anche per via dell'irrimediabile pessimismo sulla natura umana che trapela dai testi). Durante il logorante tour che seguì l'uscita di "Animals", si verificarono degli episodi piuttosto spiacevoli come le sempre più frequenti e accese polemiche tra Roger Waters ed il pubblico: "Diventò un'esperienza assolutamente alienante quella di esibirsi nei concerti, e fu così che divenni pienamente consapevole del muro che ormai ci separava dal nostro pubblico"; sono parole del bassista. Ma, tournè a parte, vi era ancora parecchio materiale che esigeva di vedere la luce: è il caso delle canzoni contenute nel doppio "The Wall", uscito il 16 novembre 1979 dopo quasi tre anni di silenzio. "The Wall" si impone subito come un successo commerciale di vastissime proporzioni, caratterizzandosi come prodotto di eccellente fattura, denso di effetti sonori e ricco di mille sfumature curate fin nei più piccoli dettagli. Il tour che seguì l' uscita del vinile, forzatamente ridotto a poche date a causa dell' imponente struttura necessaria alla sua realizzazione, fu un successo straordinario.

Dopo il tour di "The Wall", Wright, trovatosi in disaccordo con Roger Waters lasciò il gruppo e, in seguito, i Pink Floyd fecero uscire un nuovo album chiamato "The Final Cut" scritto stavolta interamente da Waters (ma non bisogna dimenticare che Waters è comunque sempre stato la vera anima creatrice dei Pink Floyd). Qualcuno sostiene che in fondo "The Final Cut" può considerarsi il primo album solista di Waters: a supporto di questa tesi circola anche la voce che Gilmour andasse in studio, registrasse gli assoli, e se ne andasse. Ad ogni modo, non appena completata la stesura della partitura, Roger Waters lasciò il gruppo. A giudizio di critici ed esperti, "The Final Cut" è a conti fatti un' opera percorsa dai limiti della progressiva interiorizzazione solitaria di Waters, ossessionato da incubi di guerra e da angosciosi e struggenti ricordi paterni.

Tutto ciò ha però contribuito a farlo diventare autocratico, considerandosi il creatore unico delle canzoni dei Floyd, entrando spesso in contrasto con gli altri membri del gruppo e portandolo nel 1986, dopo precedenti controversie, a dichiarare definitivamente sciolto il gruppo, cosa che provocò la reazione di Gilmour che ricorrendo in appello alla decisione dell'Alta Corte di Londra, ribaltò la sentenza a suo favore.

Successivamente nel 1987, Gilmour e Mason tentarono la strada della rinascita dei Pink Floyd, nella speranza di resuscitare l'enorme interesse che il gruppo originario suscitava nel pubblico. A parte il nuovo lavoro, "A Momentary Lapse of Reason", che ebbe buone ma non straordinarie vendite, il tentativo può dirsi in parte riuscito, soprattutto in virtù del numero colossale di persone disposte a sentire i Pink Floyd dal vivo nelle loro rare esibizioni. Il sospetto, però, è che si tratti pur sempre della riviviscenza di un vecchio amore...

Dopo varie lotte penali e verbali, invece, Waters continua con la sua carriera solista, anche se indubbiamente il pubblico ha fatto una certa fatica a identificare l'artista, a causa del fatto che i Pink Floyd avevano passato la maggior parte della loro carriera nel più completo anonimato, mostrandosi e concedendosi poco ai media. Waters si riscattò riproponendo nel 1990 "The Wall" (complice la caduta del muro di Berlino), organizzando un concerto di beneficenza per il Memorial Fund for Disaster Relief, eseguito davanti a 25.0000 spettatori e trasmesso in molte parti del mondo, nel luogo che divideva le due Germanie.

Per quanto riguarda i progetti musicali degli altri membri, invece, è indubitabile che l'assenza di Waters, ormai preso dai suoi progetti solistici (piuttosto deludenti, a detta degli intenditori), si è fatta sentire in modo pesante. Al tour mondiale che seguì la parziale "reunion" dei Floyd, partecipò come session-man anche il "vecchio" Richard Wright, successivamente reintegrato definitivamente al gruppo. Un anno più tardi i Floyd realizzano "Delicate Sound of Thunder", per alcuni il segno di un inarrestabile declino. Nel 1994 il trio pubblica "The Division Bell", mentre l'ultima opera risale al 1995 con la realizzazione di "Pulse". E' notizia assai recente, invece, la nuova sortita solistica di Roger Waters, su cui critici e pubblico devono ancora esprimere una ragionata opinione.

mercoledì 30 aprile 2008

ATOM HEART MOTHER

Venne registrato durante il 1970 negli Abbey Roads Studios, dopo che il gruppo l'aveva suonato dal vivo in molti concerti di quell'anno, la prima esibizione live della lunga suite si era tenuta al Theatre Des Champe Elysèes di Parigi il 23 Gennaio 1970, con il nome provvisorio di The Amazing Pudding, mentre il pezzo conclusivo, Alan Psychedelic Breakfast, era da tempo suonato e improvvisato sotto altro titolo all'interno della lunga suite The Man. L'edizione americana dell'album presenta un missaggio differente dei brani. A proposito del titolo dato all'album, dovevano presentarlo in un programma alla BBC e ancora non avevano dato il nome, allora presero un giornale in cui si parlava di una donna incinta tenuta in vita con uno stimolatore cardiaco atomico, da qui il titolo dell'album!!! La suite di Atom Heart Mother nacque da degli accordi scritti da Gilmour e suonati durante una pausa di certe prove in studio. Il ritmo che evocava un film western,piacque a Waters , che con Wright aggiunse delle idee e iniziarono a rigirare il pezzo finchè non gli diedero una forma, presentadola appunto a Parigi come detto prima. Per la versione finale in studio la partitura venne affidata a Ron Geesin, che l' adattò per l'orchestra che avrebbe suonato con loro. Si dice che Fat Old Sun assomigli molto a Lazy Old Sun, una canzone dei Kinks, che a loro volta avevano utilizzato nella loro Big Black Smoke, le stesse campane che introducono e chiudono la canzone di Gilmour, il quale giustificandosi disse che molti effetti sonori in quel periodo erano utilizzati da tanti gruppi, poichè i nastri preregistrati erano posseduti dalla Emi a Abbey Road più una o due altre case discografiche. Comunque campane a parte,i Pink non sono mai stati citati in tribunale e la questione finì li.....La copertina nacque grazie alla curiosità di Storm Thorgerson (il designer delle copertine), che senti parlare della famosa carta da parati con le mucche di Andy Warhol, e dato che gli stessi Pink Floyd e Thorgerson volevano rendere la copertina dell'album meno psichedelica possibile, andò a fotografare delle mucche al pascolo, immortalando la prima che avesse incontrato...ah dimenticavo...il nome della vacca in copertina è LullubelleII.

lunedì 28 aprile 2008

UN CAPOLAVORO DI RICERCA MUSICALE: UMMAGUMMA!


Ummagumma, pubblicato nel 1969, è il quarto album dei Pink Floyd. Si tratta del disco più estremo del gruppo, e anche quello in cui, per la prima volta, si respira aria di progressive rock. Il titolo dell'album si riferisce a un'espressione in slang per indicare l’atto sessuale; dal Libro Pink Floyd: Lo scrigno dei segreti di Nicholas Shaffner si apprende che Ummagumma era anche il verso tipico di strane creature che, secondo la leggenda, infestavano una palude vicino a Cambridge.

Il disco ha una struttura particolare e innovativa. Si compone di due parti, la prima fatta di canzoni riproposte live, tratte dai precedenti album e la seconda di nuove canzoni con una forza innovativa sorprendente. Insomma un disco tutto da ascoltare, non ne rimarrete delusi!

domenica 27 aprile 2008

Nobody Home

Questa è una splendida canzone tratta dall'album capolavoro The Wall della quale vorrei farvi conoscere il testo,di grande rilevanza sociale e che ci spinge su molti aspetti della modernità e sul rapporto essere/avere. Parla di un uomo che ha letteralmente tutte le che ci possono venire in mente! Quando pero pensa alla sfera affettiva non gli rimane nulla!

I've got a little black book with my poems in
I've got a bag with a toothbrush and a comb in
When I'm a good dog they sometimes throw me a bone in
I got elastic bands keeping my shoes on
Got those swollen hand blues.
Got thirteen channels of shit on the T.V. to choose from
I've got electric light
And I've got second sight
I've got amazing powers of observation
And that is how I know
When I try to get through
On the telephone to you
There'll be nobody home
I've got the obligatory Hendrix perm
And I've got the inevitable pinhole burns
All down the front of my favorite satin shirt
I've got nicotine stains on my fingers
I've got a silver spoon on a chain
I've got a grand piano to prop up my mortal remains
I've got wild staring eyes
I've got a strong urge to fly
But I've got nowhere to fly to
Ooooh Babe when I pick up the phone
There's still nobody home
I've got a pair of Gohills boots
And I've got fading roots.

sabato 26 aprile 2008

Syd Barrett


Il primo approccio alla musica Syd lo ebbe a 14 anni, quando convinse la madre a comprargli una chitarra, che cominciò ad usare in maniera ossessiva, suonandola per intere giornate. Il soprannome Syd gli venne dato in un locale jazz che Barrett frequentava in gioventù, per distinguerlo da un altro avventore abituale, un anziano di nome Sid Barrett; gli altri frequentatori del locale cominciarono a chiamare entrambi Sid, trasformando la "i" in "y" nel caso di Roger. Syd rimase sempre legato al jazz e al blues. Ad inizio carriera il repertorio dei Floyd era formato da pezzi blues riarrangiati e resi irriconoscibili da lunghe improvvisazioni, di cui Barrett era specialista. Per la scelta del nome della band prese spunto dai suoi due bluesman preferiti: Pink Anderson e Floyd Council. Il primo singolo, Arnold Layne, ebbe un enorme successo, anche se alcune radio si rifiutarono di trasmetterlo per via del testo, il cui protagonista aveva come caratteristica l'hobby di collezionare vestiti da donna, tema non di certo usuale negli anni sessanta. Il locale che portò la band al successo fu l'UFO, dove i Pink Floyd riuscivano evidentemente a esprimersi al meglio; qui cominciarono a sperimentare il loro "Light Show", che divenne un elemento fondamentale delle esibizioni live, facendo da perfetta cornice alla loro musica. Con un ritmo frenetico, mentre lavoravano al primo album, uscì il secondo singolo, See Emily Play, che superò come successo il singolo precedente.


A Saucerful of Secrets è il secondo album dei Pink Floyd. La nascita dell'album coincide con il declino dello stato mentale di Syd Barrett, indiscusso leader della band fino all’ingresso di Gilmour nei Pink Floyd. Questo è l'ultimo lavoro dei Pink Floyd a cui Barrett prende parte prima di essere allontanato definitivamente dal gruppo. È proprio in questo periodo che Barrett comincia ad accusare gli effetti collaterali dell' LSD sommati ai già ereditari problemi di schizofrenia. In sua presenza, infatti, le registrazioni risultano lunghe e difficoltose e diviene impossibile per la band sostenere un tale peso. I soli contributi di Barrett in quest'album sono la chitarra di Remember a Day (in un primo momento intitolata Sunshine), inizialmente pensata per il primo album, Set the Controls for the Heart of the Sun e Jugband Blues, ultima traccia dell'album, da lui scritta e cantata.

(Wikipedia)

mercoledì 16 aprile 2008

The Piper At The Gates Of Dawn: Il primo album...




Il primo lavoro in studio della band inglese corrisponde alla consacrazione del talento artistico di Syd Barret, con pezzi di fantastico spessore e dal carattere decisamente innovativo e psichedelico come Interstellar Overdrive e Astronomy Domine... Che dire, i commenti lasciano il tempo che trovano solo l'ascolto di questo magnifico album puo dare un seguito a queste parole..